Questa Roma è Dr.Jekyll ed è Mr.Hyde: impacciata lenta prevedibile e brutta martedi a Londra, veloce ficcante concreta e spettacolare nel posticipo di campionato con l'Inter; l'equilibrio sembra non essere la peculiarità della formazione di mister Spalletti. Siamo qui a recriminare su due punti persi, ma non ci fossilizzeremo sulle colpe vere o presunte (vere, vere...) dell'arbitro Rizzoli, quanto più sulle amnesie che a ben vedere hanno aiutato l'Inter a raddrizzare il risultatoDONI - 5,5: Una sola parata sul bolide di Stankovic. Per il resto non può nulla sugli altri tre tiri interisti che si tramutano in altrettanti gol. Figurina.
MOTTA - 7: Ennesima prova di carattere per il giovane terzino neogiallorosso: scherza col giovanissimo Santon saltandolo in ogni occasione ridimensionandolo da fenomeno a baby interessante. Bellissimo l'assist per il gol di De Rossi in cui rientra sul sinistro mettendo a terra il dirimpettaio a strisce. Presente.
PANUCCI - 7: Rientra in squadra come niente fosse. Dopo un mese di inattività sembra tra i più attenti nelle retrovie giallorosse: spesso lo si trova a coprire alcune mancanze del compagno francese come al solito troppo arrembante in avanti. Solido.(*)
MEXES - 6: Non sembra essere all'altezza della sua fama: forse era pronto al duello con lo spauracchio Ibra, e non trovarsi il forte avversario di fronte lo scarica oltremodo. Domito.
RIISE - 7: Illude tutti, con la sua prima rete in giallorosso (15° uomo di Spalletti a timbrare il cartellino in campionato), che l'impresa sia possibile. Quando ormai il risultato è compromesso esegue alla perfezione il lancio di un terraaria verso l'angolino destro di Julio Cesar che chiude gli occhi e fa la parata salvamatch. Thunderbolt.
DE ROSSI - 7,5: Capitano a causa del forfait di Totti si trova, come logica conclusione di una azione bellissima, a portare in vantaggio la Roma con un perfetto stacco di testa in area interista. Una rete da centravanti festeggiata da par suo gonfiando la giugulare in maniera mostruosa. Nel duo di centrocampo dietro i tre trequartisti è quello che ha più libertà di movimento: finalmente coperto da Pizarro può dare libero sfogo a tutta la sua classe. Classe che sarebbe riduttivo descrivere con le molte azioni avversarie interrotte in area di rigore, con le ripartenze e la tranquillità delle giocate, o con la presenza incisiva in attacco. Tuttocampista.
PIZARRO - 6,5: La prima palla persa dal cileno, non in perfette condizioni fisiche tra l'altro, è targata minuto 79: purtroppo da quel passaggio sbagliato parte l'azione che porta al gol del pareggio il solito Crespo. Per gli altri 89 minuti più recupero è come sempre il faro del centrocampo. Magnetico.
BRIGHI - 6,5: Fa il Perrotta nei tre dietro Baptista, e lo fa bene e con buonissimo tocco di palla. Il gol che ristabilisce le distanze (effimero) sembra copiato proprio dalle azioni dello sfortunato (ed ovviamente infortunato) compagno di reparto: inserimento senza palla in area di rigore e lettura perfetta del movimento di Baptista a liberarlo al tiro. E' però meno presente di altre occasioni nella fase difensiva nelle fasi topiche del match.
TADDEI - 5: Impalpabile per tutta la gara; in questa stagione ne stiamo ancora aspettando la continuità di corsa e la inesauribilità del volume polmonare. Lost.
VUCINIC - 6,5: Fa tantissimo movimento e salta con facilità ogni avversario gli si pari di fronte. Tornato a far l'ala sinistra si dimostra subito a proprio agio, al punto di ridimensionare anche sul piano della corsa il fortissimo Maicon. Ha un'unica, imperdonabile, pecca: spreca il sontuoso assist di Pizarro appoggiando morbido di testa a Julio Cesar il pallone del possibile KO. Guizzante.
MENEZ - 7 (dal 31°st): In pochissimi minuti dimostra di essere tornato in forma, abile ed arruolabile alla causa giallorossa. Per fermarlo ci vogliono le cattive maniere, cattive maniere che puntualmente vengono usate e non punite come sarebbe doveroso. Tra le azioni degne di nota due discese ubriacanti sul fondo e la punizione conquistata al limite dell'area che Riise per poco non trasforma nel gol vittoria. Argentovivo.
JULIO BAPTISTA - 6: E' il punto di riferimento centrale dell'attacco di Spalletti, ma se Brighi si cala perfettamente nel ruolo di Perrotta, non altrettanto possiamo dire della Bestia nel ruolo del Capitano. Sbaglia ancora troppi passaggi, anche se è molto bravo nel tenere palla e far salire la squadra. Applicato.
SPALLETTI - 6,5: Torna al 4-2-3-1 per dare una lezione di calcio al borioso antagonista di giornata. Forse per effetto del modulo la Roma sembra tornare almeno per un tempo quella bellissima ed imbattibile dello scorso anno. Il doppio vantaggio al termine dei primi 45 è il giusto frutto di una superiorità schiacciante sotto ogni punto di vista. Sul 3-1 invece dovrebbe impartire un maggior ordine al centro del campo e dovrebbe impartire lezioni di modestia a tutti gli 11 in casacca bianca: il risultato andava difeso allo strenuo delle forze, perchè troppo importanti erano i tre punti in una giornata in cui Genoa Fiorentina e Milan avevano mostrato un calo importante. Silente.
L'Arbitro Rizzoli - 4: Sono sincero e vi dirò che dopo i primi 45 minuti ero convinto di poter sorvolare sulle ammonizioni teleguidate in quanto per il resto l'arbitro era l'uomo tra tutti che meno era rimasto impresso nella memoria della gara. E per un arbitro, si sa, è importante che passi inosservato per essere giudicato positivamente. Poi, a pochi minuti dall'inizio del secondo tempo, un fallaccio compiuto da Cambiasso su Pizarro e rimasto impunito ha fatto capire che qualcosa non adava. Non perderò il sonno per vedere e rivedere trasmissioni e controtrasmissioni che parlano di quel fallo da rigore: ci poteva essere o non essere (ma non c'era!), ma quel che è apparso subito chiaro è che Rizzoli non aspettava altro che fischiarlo, quel rigore(**).
(*) il voto di Panucci esula da quella che è la considerazione umana e professionale che ho di lui dopo la famosa questione di cui si è reso protagonista: vuole solo essere un giudizio tecnico sui 90 minuti di San Siro.
(**) Ero a vedere la partita con un pò di amici tra i quali un laziale. Sull'episodio del rigore l'amico biancoceleste che chiameremo Luciano (perchè è così che si chiama), e che so essere sportivo prima che fazioso, è rimasto di sasso: era convinto, come tutti noi del resto, che Rizzoli avesse fischiato il fallo di fondo a favore della Roma, ed ha esclamato: "Noooo... Ma è uno scandalo!".
IN - La Roma ritrovata - Come un vecchio amico tornato da lontano, ora vorrei che non ci lasciasse più. Se questa squadra con questa intensità di gioco, con questa fluidità di manovra (e con un pò di furbizia in più) affronterà l'Arsenal il passaggio del turno in Champions non sarà affatto impossibile. Anzi.
OUT - Balotelli - o Balottelli o Ballottelli come diavolo si chiama. Qualcuno gli insegni un pò di educazione e di onestà. Per avere 17 anni mi sembra un pò troppo "scafato" ed avvezzo a mezzucci atti a far imbestialire le platee. Ci faccesse il piacere di dedicare al rispetto per il prossimo lo stesso tempo che passa a disegnarsi ghirigori in testa. Mi piace pensare che il dopopartita lo abbia passato sulle ginocchia di Panucci a prendere tante, ma tante, sculacciate.