IL CAOS SULLA SCRIVANIA? E' PRODUTTIVO
ROMA - Il caos 'perfetto' esiste, anche in ufficio. E non solo è rilassante, ma è persino produttivo. Ogni persona ha infatti un suo livello personale di disordine (o ordine) e, quando lo raggiunge, al lavoro dà il meglio di sé. Lo sostengono psicologi tedeschi e americani che con le loro ricerche, pubblicate sull'Handelsblatt, daranno finalmente soddisfazione a quanti sono sempre stati costretti a lasciare la scrivania immacolata prima di lasciare l'ufficio.
La polemica ordine-disordine sul posto di lavoro non è nuova. Per insegnare ai dipendenti a tenere pulite le loro scrivanie, sono nate società di consulenti specializzati: più di 4.000 sono già nate negli Usa, organizzate in una lobby di "predicatori dell'ordine", la "National Association of Professional Organizers". In Germania, invece, i professionisti della pulizia sono già qualche centinaio, capitanati dall'AP Dok di Edith Stark.
Il loro slogan è: solo con una scrivania vuota si può pensare e produrre con efficienza. Tutte sciocchezze, sostengono i ricercatori. Il disordine genera più associazioni di idee e rispecchia una personalità flessibile e dagli interessi molteplici. Secondo Stephan Gruenewald, psicologo e consulente, ciascuno si costruisce un proprio ordine e sa qual'é il "mucchio" di carte più importante: i documenti sono sempre a portata di mano nelle "zone calde" del tavolo. Le carte inutili, invece, migrano da sole verso le "zone fredde", come guidate da una "mano invisibile". Imporre un altro tipo di ordine, rende i dipendenti inefficienti ed è fonte di stress.
Tanto che la ricerca cita il caso di un'impresa di sei persone nei pressi di Francoforte che si era rivolta a un consulente: dopo il suo passaggio i dipendenti non riuscivano più a trovare nulla. E ancora. Un tavolo caotico, invece, sarebbe anche un indice dello status sociale della persona: l'altezza delle montagne di carta è direttamente proporzionale al livello di istruzione, al reddito e all'esperienza. Il disordine, poi, farebbe addirittura risparmiare tempo. Per rovistare tra le proprie carte - sostengono alcuni studi - si perdono solo nove minuti al giorno. Secondo Eric Abrahmson, professore alla Columbia University di New York e autore, con il giornalista David Freedman, del libro "Il Caos perfetto", chi ha un tavolo vuoto impiega il 36% di tempo in più per recuperare il materiale che gli serve. Gli psicologi, infine, hanno catalogato le varie personalità di tipo "caotico" che si aggirano per gli uffici.
Ci sono gli "impilatori", con le loro "torri di appunti" sempre più alte. I "trimestrali", che mettono a posto solo tra un progetto e l'altro. I "trincerati", seduti regolarmente dietro un muro impressionante di carte. E ci sono anche gli "archivisti", la cui stanza è cosparsa di ordinatissime e altissime pile di fogli: persone in grado di trovare in pochi istanti un documento vecchio anche di anni.
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